La storia

1974

Il Ministero dell’Industria autorizza una prima cava (per cavalcavia di bosco) è autorizzata una seconda cava a la silicea veneta.

1975

La competenza sulle cave passa alla regione che autorizza ad estrarre la sabbia dalla cava di Rubano nonostante il parere contrario del Comune.

1978

Inizia l’attività dell’associazione locale “Linea verde” che elabora una prima proposta di ripristino ambientale della zona a fini naturalistici ed educativi. L’associazione si presenta ad un consiglio comunale aperto per aprire un dialogo con l’amministrazione.

1981

Il Comune giunge a una convenzione con il proprietario della cava, il quale si impegna a cedere al Comune 33.000 mq, di cui un terzo semisommersi, per ripristinarli a “Riserva Naturale orientata”. L’ambiente viene arricchito piantando alberi e piante autoctone creando zone adatte alla nidificazione.

1984

La regione inserisce l’area nella “Carta delle vocazioni faunistiche del Veneto” come Oasi naturale meritevole di protezione.

1987

Approvazione definitiva del piano di recupero ambientale da parte della maggioranza consiliare relativo ad un’area di 16 ettari (più le aree a pre parco).

1988

“Linea Verde” e il WWF lanciano la campagna “Un metro quadro di ossigeno” per raccogliere fondi per l’acquisto di terreni mancanti alla proprietà pubblica. La campagna coinvolge non solo Rubano ma anche la Città di Padova e vi aderiscono anche enti pubblici e varie scuole. La regione approva una variante al PRG che definisce vari vincoli ad aree dedicate a parco (pre parco, parco pubblico, riserva naturale) e definisce in questo modo l’area “Parco Urbano”.

1989

Vengono acquistati altri 10.000 mq nella parte Sud (per un totale di 95 milioni di lire donati dal comune e 34 milioni di lire dalla campagna “Un metro quadro di ossigeno”). Il 4 novembre con Fulco Pratesi (Presidente WWF Italia) viene inaugurato ufficialmente il parco di Bosco di Rubano di proprietà pubblica!

1990

Il Comune di Rubano approva il progetto di ripristino ambientale della cava con una suddivisione in tre zone: una riserva naturale orientata per l’insediamento della fauna selvatica e la messa dimora del bosco; un parco attrezzato per attività ricreative e didattiche; una zona esterna di “rispetto” a preparco. La gestione viene affidata all’associazione “Linea verde” di Rubano con il WWF di Padova, al quale subentrerà in seguito “Agesci”.

1991


Con l’acquisizione effettiva dei 33.000 mq della convenzione del 1981, sono ora di proprietà pubblica 43.000 mq. Nella parte a sud del laghetto, si realizzano delle isole, una zona umida paludosa e si tracciano dei sentieri. Si costruisce una postazione di bird watching al di là del Rio Bapi, dove cominciano ad essere presenti le attività didattiche. In questo periodo a sostenere il parco concorrono volontari e sponsor.

1992

Il comune prova a trovare un accordo con il proprietario della zona Nord per ampliare il parco ma il tentativo non va a buon fine e quella zona resta di proprietà privata. L’associazione “Linea verde” propone l’ampliamento del nome in “parco etnografico” con strutture museali e didattiche. Con il Comune e la Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo si organizza un convegno sui parchi etnografici, tra i relatori partecipano Ulderico Bernardi, sociologo, il professor Hans Griessmair, direttore del museo etnografico di Teodone Brunico e il professor Danilo Agostini, dell’ESAV.

1993

Vengono piantumate 1500 essenze da parte dall’Azienda Regionale delle Foreste. Nel piano faunistico-venatorio della provincia di Padova il parco e la zona circostante (98 ettari) sono comprese tra le “Oasi di protezione della fauna selvatica”.

1994

Il WWF si defila dalla gestione ora questo incarico lo assume pienamente Linea Verde e gli Scout di AGESCI. Acquisto di 27.000 mq a est arrivando ad un complessivo di proprietà pubblica di 103.427 mq (più 1.740 derivanti dalla convenzione Ceroni)

1995

Prende forma il progetto esecutivo del parco etnografico curato dagli architetti R. Musata e M. Gambato. Il progetto comprende una fattoria, centro visite; un casone, da adibire a museo della vita contadina del passato; un barco; un forno a legna per il pane. Alla progettazione del Casone collabora anche il prof. Paolo Tito, uno dei principali studiosi dei casoni veneti. Linea verde e gli Scout propongono l’iniziativa: “Una cartolina allarga il parco”, allo scopo di sollecitare le amministrazioni provinciale e regionale e trovare i fondi per la piantumazione di altre 500 piante.

1997

Parte il cantiere del parco etnografico, prima assegnazione della gestione alla cooperativa Meles, mai però avviata.

1999

La fondazione cassa di risparmio di Padova e Rovigo, la provincia di Padova e il Comune di Rubano concorrono alla realizzazione dei fabbricati che erano stati approvati. Il 10 ottobre viene inaugurato il casone e la casa colonica, successivamente viene organizzato il convegno “Un parco da vivere”, a cui partecipa il sociologo U. Bernardi, il presidente del Parco di Valle Averto G. Rallo, il preside dell’Istituto agrario A. Panizzon. Linea verde e Greggio Oil promuovono la campagna “1 mq di sole” per l’acquisto dei pannelli fotovoltaici.

2000

Dopo alcuni mesi di gestione provvisoria di Linea verde la gestione è affidata alla cooperativa sociale “Terra di mezzo”, fondata da alcuni dei soci storici di linea verde, e da giovani di Agesci. La cooperativa incrementa notevolmente le attività didattiche, le conferenze su tematiche ambientali, la promozione delle energie rinnovabili. Molte anche le feste che vi si svolgono: di primavera, del sunare, di San Martino, festa degli alberi, pedalate ecologiche, ecc. Viene approvato dal Consiglio comunale il regolamento per gli orti sociali.

2001

Avvio degli orti sociali, arrivano cavalli pecore, si avvia il pollaio con la gallina padovana. Inaugurazione pannelli fotovoltaici per l’irrigazione degli orti.

2002

Si concludono i lavori del secondo stralcio cioè del portico della casa colonica e l’ampliamento ad est del fabbricato.

2003

Nasce l’associazione “L’orto a quadretti”, si realizzano i pollai per il recupero di varietà locali e per la didattica, entra in funzione il forno a legna per pane e biscotti, si realizza il capitello esterno dedicato a Santandrea e Sant’Antonio abate.

2005

Inaugurazione del terzo stralcio del parco etnografico (sala incontri e barco…)

2010

Al mese di luglio subentra alla cooperativa “Terra di mezzo” nella gestione del parco, la ATI (associazione temporanea d’impresa) formata dalle cooperative sociali: “Coislha”, “la Bottega dei ragazzi” e “Patavium vivai”.